Differenti sono i punti di vista circa il nome botanico capsico. Potrebbe derivare dal Latino dove il termine significa scatola, capsula, vista la forma larga e vuota del frutto. In Greco antico invece kapto significa mordere, bruciare. Il peperoncino adoperato in Messico già 9.000 anni fa, e in seguito conosciuto in tutto il mondo, era una pianta considerata sacra ed essenziale per tutte le civiltà precolombiane, che la utilizzavano come moneta, come cibo e per aromatizzare il loro cacao. Cristoforo Colombo la importò in Europa dove divenne un’alternativa al pepe molto più costoso e raro. Tuttavia rispetto ad altre spezie non fu un affare economico perché facilmente coltivabile. Diventò quindi la droga dei poveri, spezia popolare e democratica. I peperoncini si consumano in vari modi: freschi, secchi, interi, frantumati, ridotti in polvere o in salse, accompagnando i piatti di tutto il mondo. Le sue proprietà sono moltissime: considerato antibiotico naturale, espettorante, antinfiammatorio, antisettico, antiossidante, utile per abbassare la pressione arteriosa e regolatore delle funzioni intestinali, aiutando l’atonia gastrica e favorendo la digestione. Molto usato nei paesi con il clima caldo per conservare i cibi. La piccantezza del peperoncino è dovuta a un alcaloide chiamato capsaicina, presente in percentuali diverse a seconda delle varietà. La scala di Scoville, determina la concentrazione di tale sostanza. Il chimico americano Wilbur Scoville nel 1912 stabilendo arbitrariamente in 16000000 le parti d’acqua in cui diluire una parte di capsaicina pura per annullarne la piccantenza, istituì l’attuale unità di misura. Sedici unità di Scoville sono pari quindi a una parte di capsaicina per milione. Il tutto viene tradotto per comodità in una scala da1 a10 in cui troviamo in basso peperoncini aromatici e poco piccanti salendo fino al Jalapeno e al Cayenna. Continuando a salire troviamo l’ottimo e fortissimo Habanero , superato recentemente dal Naga Morich e dall’Infinity. Ovviamente tale scala è influenzata da diversi fattori tra cui il clima, il suolo e la sensibilità del consumatore.
Differenti sono i punti di vista circa il nome botanico capsico. Potrebbe derivare dal Latino dove il termine significa scatola, capsula, vista la forma larga e vuota del frutto. In Greco antico invece kapto significa mordere, bruciare. Il peperoncino adoperato in Messico già 9.000 anni fa, e in seguito conosciuto in tutto il mondo, era una pianta considerata sacra ed essenziale per tutte le civiltà precolombiane, che la utilizzavano come moneta, come cibo e per aromatizzare il loro cacao. Cristoforo Colombo la importò in Europa dove divenne un’alternativa al pepe molto più costoso e raro. Tuttavia rispetto ad altre spezie non fu un affare economico perché facilmente coltivabile. Diventò quindi la droga dei poveri, spezia popolare e democratica. I peperoncini si consumano in vari modi: freschi, secchi, interi, frantumati, ridotti in polvere o in salse, accompagnando i piatti di tutto il mondo. Le sue proprietà sono moltissime: considerato antibiotico naturale, espettorante, antinfiammatorio, antisettico, antiossidante, utile per abbassare la pressione arteriosa e regolatore delle funzioni intestinali, aiutando l’atonia gastrica e favorendo la digestione. Molto usato nei paesi con il clima caldo per conservare i cibi. La piccantezza del peperoncino è dovuta a un alcaloide chiamato capsaicina, presente in percentuali diverse a seconda delle varietà. La scala di Scoville, determina la concentrazione di tale sostanza. Il chimico americano Wilbur Scoville nel 1912 stabilendo arbitrariamente in 16000000 le parti d’acqua in cui diluire una parte di capsaicina pura per annullarne la piccantenza, istituì l’attuale unità di misura. Sedici unità di Scoville sono pari quindi a una parte di capsaicina per milione. Il tutto viene tradotto per comodità in una scala da1 a10 in cui troviamo in basso peperoncini aromatici e poco piccanti salendo fino al Jalapeno e al Cayenna. Continuando a salire troviamo l’ottimo e fortissimo Habanero , superato recentemente dal Naga Morich e dall’Infinity. Ovviamente tale scala è influenzata da diversi fattori tra cui il clima, il suolo e la sensibilità del consumatore.
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