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I capperi di Linosa, perché sono così buoni

Breve viaggio alla scoperta dei capperi, delle loro proprietà e dei benefici e, a seguire, il focus sui capperi in vendita sul sito: i capperi di Linosa. Scopriremo perché sono così buoni, unici e le differenze rispetto ai capperi di Pantelleria e Lampedusa.

Capperi, proprietà benefiche

I capperi: pianta spontanea e robusta, la Capparis Spinosa, cresce in tutto il bacino del Mediterraneo e i suoi boccioli, raccolti prima dell’apertura dei fiori, sono usati da millenni.
Le proprietà diuretiche e drenanti sono decantate già nel primo secolo dopo Cristo nell’opera De Materia Medica, uno dei primi trattati di medicina e botanica, scritto dal medico e farmacista greco Discoride. La sostanza che caratterizza maggiormente  i capperi e che li rende un alleato per la nostra salute è la quercetina, un flavonoide presente anche in alcuni frutti, verdure, nel vino rosso e nel tè. La quercetina è un potente antiossidante e anti tumorale. Favorisce poi la circolazione sanguigna aiutando a prevenire vene varicose ed emorroidi. Combatte fenomeni che producono istamina e può considerarsi quindi anche un antiallergenico. Inibisce la formazione di placche arteriose rendendola un alleato per trattamenti anticolesterolo. L’utilizzo costante dei capperi in cucina favorisce inoltre la loro azione antinfiammatoria, in particolare per gli sportivi, grazie all’azione preventiva nei confronti delle artriti. Recenti studi provano la loro azione stimolante e protettiva nei confronti dei condrociti, ossia le cellule responsabili della formazione delle cartilagini.
Anche la pelle trae benefici da un consumo sistematico di capperi, viste le loro proprietà idratanti. Aiutano a combattere anche allergie cutanee e svolgono un’azione protettiva contro i raggi ultravioletti.

Capperi di Linosa e l’Emporio delle Spezie: storia di un’amicizia

Che succede quando un’amica di sempre decide di cambiare vita e da Roma, passando per Milano si ritrova a vivere in un’isola di cinque chilometri quadrati e quattrocento abitanti in mezzo al Mar Mediterraneo e, nel frattempo, con altri amici, apri un negozio di spezie e specialità alimentari?
Ve lo raccontiamo, ma prima dobbiamo descrivervi Linosa.

Linosa, insieme a Lampedusa e Lampione appartiene alle Pelagie in Sicilia, rarissimo caso di arcipelago transcontinentale, ossia con isole che appartengono geograficamente a continenti diversi. Lampedusa e Lampione appartengono alla placca geologica africana mentre Linosa è vulcanica e ha avuto origine dalla stessa catena di eruzioni che ha dato luogo a Pantelleria. Ha caratteristiche, infatti, più simili a quest’ultima, sebbene distante circa 150 chilometri che non con Lampedusa distante appena 40 chilometri.

isola di linosa vista dal mare

Paradiso per i sub grazie a sui fondali rocciosi che declinano in profondi canyon già a poche centinaia di metri dalla costa, è anche il luogo ideale per chi intende rilassarsi e fuggire dal caos della città. Tutelata dalla regione Sicilia da vincolo paesaggistico vede infatti come uniche strutture recettive le seconde case dei suoi pochi abitanti che da circa 400 residenti, non arrivano a mille neanche durante l’alta stagione al pieno di turisti.

fondali di linosa con sub
Foto di Claudio Palmisano

Nelle strade delimitate da muretti a secco e fichi d’india, percorribili in bicicletta o motorino è difficile incontrare automobili. La distanza praticamente uguale dall’Italia e dalla Tunisia, la rende unica dal punto di vista faunistico, in quanto luogo di sosta e riproduzione per specie ornitologiche molto rare, tra queste la berta maggiore che nidifica tra le rocce scure e, successivamente, migra verso l’Africa. Non meno importante l’unica spiaggia di sabbia nera, dove ogni anno depone le uova la tartaruga marina Caretta – Caretta.
E quindi dopo racconti e descrizioni da parte della mia amica Claudia, un’estate di qualche anno fa decidiamo di andarla a trovare in quest’isola ostica e al tempo stesso accogliente. Con il suo compagno Giovanni e l’amica linosana Francesca hanno avviato da poco un diving, quindi passiamo più tempo in barca e in acqua che sulla terraferma. Due sono le attività principali, tuffi e immersioni e la preparazione di cene dove tutti gli ingredienti possono variare tranne uno che è sempre costante. Inutile dire quale. A fine vacanza raddoppio il peso del mio bagaglio riempendolo di bottiglie di plastica sigillate con nastro da imballaggio, non sapendo bene come suddividere il carico tra quelli per me, quelli da regalare, e quelli da far provare ai clienti del negozio. Non sapevamo ancora che quella vacanza sarebbe stata uno spunto per innamorarci di un luogo, consolidare (anche se non ce n’era bisogno) vecchie amicizie e allacciarne di nuove, in particolare quella con Pasquale, guardia forestale innamorato della sua isola di cui conosce ogni pianta. Ovviamente all’Emporio sono andati esauriti subito, e anno dopo anno abbiamo sempre aumentato le richieste senza però riuscire a colmare quel buco che si crea quando il prodotto si esaurisce fin quando arriva quello nuovo.

scorcio con case gialle a linosa

I capperi di Linosa

Ma è della flora che vogliamo parlare, e in particolare modo di una pianta che cresce spontanea e che è praticamente impossibile tenere fuori dal proprio raggio visivo in qualsiasi posto vi troviate. Il cappero cresce infatti su muri, muretti a secco e sugli scogli. Si tratta di una pianta molto forte che ha bisogno di sole e pochissima acqua. Se non è raro vederli sui vecchi muri delle grandi città come Roma, questi cespugli dalle foglie carnose raccolte intorno a rami pendenti insieme ai bei fiori bianchi, le isole del Mediterraneo ne sono praticamente invase. Predilige roccia calcarea e terreno vulcanico e i semi vengono trasportati in ogni fessura dal vento e dalle lucertole. È frequente infatti vedere proprio a pochi metri dal mare queste macchie verde brillante attaccate a scogli neri di origine lavica. Tuttavia la pianta ha un’ottima resa anche coltivata. Le piante dei capperi sono molto belle e, se fatte arrampicare su apposite strutture possono raggiungere fino ai due metri d’altezza.

scoglio sul mare con pianta di capperi a linosa

Il nome sembra derivi dall’arabo Kabar e appartiene alla famiglia delle Capparidaceae. La parte apprezzata dal punto di vista gastronomico è il bocciolo che viene raccolto appena germogliato da fine maggio fino a settembre. I primi sono i più piccoli e i più pregiati, successivamente vengono raccolti gli altri. Possono essere trattati e mantenuti sia sott’aceto che sott’olio, ma è sotto sale che mantengono meglio sia il proprio sapore che le proprietà organolettiche.

Conservazione dei capperi

La conservazione – esclusivamente con il sale – non permette alterazioni o trucchi per sopperire a eventuali difetti della materia prima. Una volta raccolti vengono passati in cassette larghe e coperti di sale marino. Costantemente mescolati, a contatto con il sale perderanno progressivamente acqua formando una salamoia in cui resteranno pronti per essere consumati. Molto spesso le buste che troviamo in commercio contenenti molto sale sono un ottimo affare soprattutto per i produttori che, considerato il peso e il basso costo del sale, praticamente raddoppiano il peso del prodotto.

pianta di capperi in fiore su scoglio sul mare a linosa

coltivazione di capperi a linosa

 

Perché i capperi di Linosa sono così unici e diversi da tutti gli altri?

Quella della raccolta dei capperi a Linosa è una consuetudine che riguarda tutte le famiglie e che ogni stagione rinnova un legame tra la terra e i suoi abitanti. Gesti semplici sempre uguali, quelli dei padri, quelli dei nonni. Pochi elementi, unici: sole, vento, sale, capperi. Non c’è altra possibilità, non c’è trucco.

pianta di capperi con fiori rosa all'isola di linosa

  • Il territorio. Terreno vulcanico e roccia lavica che danno la giusta mineralità. Soprattutto le dimensioni ridotte dell’isola che permettono a ogni pianta di essere molto vicina al mare e respirare salsedine. Questo conferisce al cappero una salinità naturale che concede una salamoia molto più leggera durante il processo di preparazione.
  • L’elemento umano. Linosa non è un luogo turisticamente sfruttato e gli abitanti non adottano particolari furbizie nella produzione e nella vendita. Praticamente i capperi che si possono acquistare sono gli stessi che vengono consumati normalmente nelle loro case. Non viene aggiunto troppo sale, ma quel po’ che basta per la la salamoia e, dunque, il mantenimento. Non c’è un’attenzione maniacale a dividere il prodotto per calibri per destinarlo a diverse fasce di mercato. I grandi, i piccoli e i medi vengono preparati insieme.
  • Il contatto diretto col produttore. La telefonata per sapere com’è la stagione, se sono pronti per essere raccolti. La sicurezza di poter dire ai nostri clienti in negozio: “Quest’anno l’estate arriva un po’ più tardi. Raccoglieranno tra una settimana. Bisogna ancora aspettare.”

Aggiornamento del 15 luglio 2019: i capperi sono arrivati da Linosa!

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Capperi come usarli: ricetta fresca e leggera

L’utilizzo dei capperi in cucina è piuttosto versatile. Si possono utilizzare in moltissimi modi e sono un ottimo sostituto del sale. Con il loro odore e sapore portano subito il Mar Mediterraneo in tavola e un mix di estate, sale, mare e sole che solo i capperi sanno dare. Per voi una ricetta fresca e leggera da preparare in pochi minuti per un pranzo light ma gustoso o una cena in compagnia in giardino.

Insalata di patate, pomodori, capperi e cipolla di Tropea

Ingredienti
4 patate medie
pomodori datterino
pomodori gialli
capperi di Linosa
cipolla di Tropea
basilico
olio EVO
olive nere
origano
pepe

Procedimento
Mettere le patate in una capiente pentola e lascia bollire. Nel mentre, taglia i pomodori e dividili in 4 parti. Taglia a fettine la cipolla di Tropea. Denocciola le olive. Pela le patate e lasciale raffreddare. Dopodiché tagliare le patate lesse grossolanamente e unire tutti gli ingredienti. Unire a piacere con olio EVO, capperi, origano, pepe e basilico.

insalata con pomodori, capperi cipolla di tropea olive patate basilico

Si ringrazia per le immagini e per la collaborazione Terraferma Diving  e Claudio Palmisano

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